mercoledì 10 giugno 2009

Bilancio, depositato in ritardo

Il 26 maggio è finita ufficialmente l'avventura olandese, conclusasi con un weekend a spasso per Amsterdam e l'Aia con la partecipazione di mia sorella Antonella e l'amico Mattia. È buona norma trarre un bilancio finale di un'esperienza che si possa definire "di un certo peso". I quattro mesi a Rotterdam, per farla breve, sono stati la progressione più importante della mia vita, non solo quella recente. Non posso fare un elenco delle cose che ho imparato, poiché risulterebbe lungo e dispendioso in termini di tempo e accesso alle facoltà intellettive (dovrei ricordarmi di ogni singola cosa), ma posso rifarmi a un paio di "esempi esemplari".

A differenza di quando albergavo nell'appartamento milanese, durante il primo semestre, in Olanda sono diventato un "omo de casa" provetto e autonomo. Ora il bucato e la stiratura non hanno più segreti per me! Il corso di economia domestica è superato a pieni voti: a detta di Paolo dovrei fare il purchasing manager, dal momento che mi sono rivelato un saggio shopper. Ma soprattutto sono diventato finalmente un buon cuoco; ho addirittura ordinato la mia copia di Cook with Jamie presso il mio recapito italiano, e ho già ricominciato a sbizzarrimi a beneficio della mia famiglia.

Dal punto di vista del miglioramento personale, sono riuscito a identificare almeno un paio di aree su cui lavorare per diventare una persona più decente (non che ora faccia schifo... :D). Inoltre ho spremuto a fondo il melting pot della mia classe (una trentina di nazionalità) per abituarmi alla comunicazione interculturale, e per imparare qualcosa dalla diversità. Spesso si dice che l'amore ha più probabilità di durare se si hanno delle cose in comune, ma forse è più vero il contrario, ovvero il rapporto che scaturisce dallo scambio di novità, arricchendosi reciprocamente di informazioni nuove e diverse.

Al ritorno in patria mi tuffo a capofitto in uno stato di idleness senza precedenti, causato principalmente dal buon vecchio "ponte" al momento sbagliato (molti uffici universitari chiusi dal 25 al 2 e molta gente in vacanza). Il giro di amicizie pre-Rotterdam è quasi svanito: alcuni elementi sono e saranno difficili da recuperare, altri sono partiti per il fronte, altri ancora ci sono ma latitano, da altri ci separa un destino incontrollabile. Gli amici storici rimangono, sono il punto di riferimento di chi sceglie di viaggiare. Inoltre ne ritroviamo altri dal passato, ricevendo anche delle belle sorprese: come ad esempio un'amica della mia città, che con gli anni si è rivelata una forte personalità con un cuore grande come...ehm, molto grande =D

Nel mezzo di tutto ciò ho quasi del tutto superato il brutto periodo precedente la partenza. Non è molto scientifico da dire, ma confermo che il tempo è la panacea ideale. Per quattro mesi mi sono infilato in un ruolo diverso dal mio abituale - e, come per Rosalinda in As You Like It, il travestimento fu liberatorio (ehm, da maschio nel suo caso, ma non fateci caso, l'esempio è un puro caso!). Ovviamente non finiscono i problemi, neanche quando pare che l'uragano si sia dileguato. Allorché, ripensando a chi mi diceva "Alla fine ti faremo una statua", mi domando: sì, ma la fine quand'è?

E, riflettendoci, le cose che mi tengono a galla sono soprattutto quelle famose persone che conti sulla punta delle dita. Il passo successivo è riprogrammarsi come uomo, recuperare quel senso di autorità che pareva andato perduto nella spirale della commiserazione degli altri (lezione di vita: meglio starsene per fatti propri che farsi influenzare da persone deboli che approfittano dei tuoi momenti negativi per insegnarti qualcosa...e farti diventare un debole a tua volta!). I have to change to stay the same, recitava una scritta lampeggiante sulla scuola grafica di Rotterdam. A proposito, sono sempre il solito ottimista...vedo sempre mufloni che volano, scaffali che parlano e tanti sconti da Unieuro!


mercoledì 29 aprile 2009

Bollettino olandese

Yo dudes!

L'espressione del mese, tratta in parte dal film The Big Lebowski (sugli schermi del Coopvaert un paio di sere fa), apre questo bollettino di aggiornamenti dall'Olanda. I post si sono fatti meno fitti, ma d'altronde manca poco meno di un mese alla fine del semestre, e il carico di lavoro è conseguentemente incrementato. Tra lavori di gruppo e report ci sarà ancora da divertirsi per un po'. L'ultimo corso della mia carriera universitaria, Entrepreneurial Finance & Private Equity, si è rivelato peggio del previsto: i lavori di gruppo non sono altro che dissertazioni sui metodi statistici impiegati nei paper accademici.

L'evento recente di maggior rilievo è stato ovviamente Koninginnedag, o Queensday per 'noantri, la giornata nazionale di celebrazioni in onore della regina - la quale è scampata ad un attentato ad Apeldoorn, un paese a est di Amsterdam, per mano di un pazzo che si è scagliato in auto contro il bus reale. Quest'incidente ha causato una giornata di lutto nazionale. Tuttavia le celebrazioni nelle altre località sono state solo "accorciate". Io e la mia classe CEMS abbiamo quindi passato l'intero pomeriggio per le strade di Amsterdam, in un pandemonio culminato in un deejay stage nella Museumplein.

Nel frattanto qualche compleanno qua e là dissemina il semestre di feste e festini. Un paio di "serate bulgare" coi coinquilini e compagnia arricchiscono il menu primaverile. A proposito di bulgari, circa tre settimane fa l'olandese Reyndert si è definitivamente trasferito ad Amsterdam, e al suo posto è arrivato Viktor, altro rappresentante della terra della feta. Ieri sera ci siamo ritirati addirittura alle quattro dopo una nottata inutile nei "peggiori bar di Rotterdam" =D

In quanto al business project, ormai il mio team è alle battute finali, con la consegna al cliente (Philips Lighting) e all'università nel giro di una settimana. A seguire una presentazione il 9 maggio, e una presentazione "finale" il 12 per i migliori tre progetti. Per ingozzare il "cannarone" (=stomaco), e pomparci indi di energie, qualche sera fa abbiamo organizzato una cena di gruppo al Coopvaert, in cui c'era anche Paolo; per l'occasione ho cucinato delle deliziose farfalle al salmone e vodka, che hanno riscosso un evidente successo. Oltre a questo, abbiamo finalmente chiuso con le "Leadership session", quegli incontri idioti per capire le dinamiche di gruppo, ma anche in cui mi sono ritrovato a cantare una versione personale di Relight My Fire in classe =D


giovedì 16 aprile 2009

Dirty pretty things in the UK

(Post in differita, 14 aprile 2009, dieci di sera più o meno)


Sto scrivendo questo post da un...postaccio, ovvero la hall di Luton, peggior aeroporto di Londra. Mi aveva avvertito Moss (il mio parente britannico): i controlli di sicurezza sono per qualche strano motivo più lunghi e complessi, ma soprattutto la borsa del laptop è considerata bagaglio a mano; per questo, qualche giorno fa, ho dovuto aggiungere un bagaglio alla mia prenotazione, cosa che comunque avrei fatto, vista la quantità di shopping! Nella lista della spesa, tra l'altro, è finito pure un altro trolley, tanto per dire.

Comunque, la cosa bella è che ho perso il volo per Amsterdam qualche ora fa. Nonostante sia arrivato in aeroporto con 3 ore di anticipo, devo aver preso un abbaglio dopo un cappuccino da Costa, poiché ho letto male l'orario di imbarco sul tabellone. Cosicché sono arrivato tutto spavaldo e brillante al gate, dove però mi sono accorto della vaccata fatta. Poco male, ho prenotato il volo del mattino dopo alle 6, il che significa che sperimenterò la notte negli aeroporto londinesi (dopo aver testato Parigi Charles de Gaulle lo scorso novembre).

L'attesa, quando non si è a casa propria, è una delle cose peggiori che possano capitare. Non puoi farti una doccia, accendere la TV e lanciare la tua serie preferita. Potrei sopperire parzialmente trastullandomi col laptop e facendo qualche altra telefonata. Se non fosse che entrambi sono "morti", in termini di batteria, e non ho intenzione di spendere altre 6 sterline per comprare l'adattatore per la presa (cosa che ho lasciato in Italia da qualche parte).

Cerco di farmi passare in qualche modo il tempo, in parte leggendo qualcosa di musicale (il numero di NME della scorsa settimana, e il libro-corso Learn to play guitar comprato in saldo a 6 sterline), in parte scrivendo queste note a matita sul mio diario. In più "ascolto" le conversazioni di una famiglia ungherese seduta vicino a me nella hall - mi sono quasi innamorato del viso di una delle figlie, sembra Scarlett in Lost in translation.

Tornando a Londra: grandi giornate, inclusa la Pasqua passata con Antonio (detto CZ), che non vedevo da un pezzo. Con lui ci siamo sparati una delle più lunghe e fantasiosamente alternative nottate degli ultimi tempi. Partiamo da una nota pizzeria di Notting Hill, l'Arancina, quella con la Mini in vetrina, e dal Belushi's di Shepherd's Bush, dove finisco per provolare la barwoman parigina, ovviamente in francese, e dove ci rinfreschiamo con un paio di drink. Ma la notte è giovane, e dopo lo Snake Bite ci ritroviamo a vagare per SoHo alla ricerca di luoghi della perdizione. Che però non sono più come una volta: pienone di turisti. Cambio di rotta, si va nei quartieri emergenti della nightlife londinese.

Poco dopo la mezzanotte siamo infatti all'Hoxton Square, luogo scoperto la scorsa estate (in vacanza col quartetto dello Jean Monnet), e più o meno dove Richard Ashcroft, imitato poi da me, ha girato il video di Bittersweet Symphony. Un paio di cocktail, un giro sulla pista electro-pop, e fuori per un quarter pounder in uno di quei tanti cloni di Kentucky Fried Chicken. Cambio di scena ulteriore, si va a Camden Town, dove però l'offerta pasquale non è molto interessante: tanti ubriaconi e qualche show di bassa importanza al Koko.

Dopo un'interminabile attesa riusciamo a prendere un double-decker bus, col quale ci ritroviamo a fare un tour della beatlesiana Abbey Road, per poi essere scaricati a pochi passi dalla dimora di Freddie Mercury. Colgo l'occasione e mi trascino Antò in un improbabile pellegrinaggio alle 4 di notte, con tanto di foto ricordo.

(A questo punto mancavano poco più di 4 ore al check-in, indi mi sono messo a dormire.)

Arrivederci, Londra.

sabato 4 aprile 2009

The sunny side of Rotterdam

Si chiude oggi una settimana di splendido bel tempo, in cui il tepore primaverile ha senz'altro irradiato le giornate e spazzato via la malasorte del periodo precedente. L'ultimo di tali episodi poco fortunati è stato il furto della bici, che avevo parcheggiato di fronte casa con un pesante catenaccio...che però non è bastato. Il conto del mezzo, tra acquisto, riparazioni e l'assurda multa presa due giorni prima, si è dunque attestato su circa 120 euro, che non sono stati ammortizzati come previsto: in totale l'avrò usata neanche una decina di volte!

Poco male, tuttavia, dal momento che ieri notte mi sono finalmente imbattuto in uno dei famigerati junkie, i "fattoni" di Rotterdam, detti anche "tossici" dagli immigrati italioti, coloro che rubano le bici altrui per alimentare il mercato nero. Alla fine sono dovuto venire a compromessi con la loro realtà, e lasciargli 20 euro per portarmi a casa la seconda bici dell'avventura olandese, sperando anche che sia l'ultima. Stamattina, con un salto al mercato di Blaak (praticamente sotto casa), mi sono procurato un nuovo catenaccio meno forzabile del precedente - anche se gira voce che qui costi meno la tenaglia per i catenacci che questi ultimi.

Nel frattempo ho iniziato l'ultimo corso della mia carriera universitaria, titolato Entrepreneurial Finance & Private Equity, a proposito di start-up, loro valutazione, e raccolta di capitale per iniziare un'avventura imprenditoriale. Nonostante l'inquietante presenza di astruse macro per Excel qua e là, il corso per ora si è rivelato interessante, se non altro per la proiezione di due puntate di Dragon's Den - uno dei miei programmi inglesi preferiti - nelle prime lezioni.

A proposito di UK, dal 9 al 14 sarò per la quinta volta nell'isola che viene così descritta dalla serie Little Britain:
Britain, Britain, Britain! Discovered by Sir Henry Britain in sixteen-oh-ten. Sold to Germany a year later for a pfennig and the promise of a kiss. Destroyed in eighteen thirty-fourty two, and rebuilt a week later by a man. This we know. Hello. But what of the people of Britain? Who they? What do? And why?

Cosa fa il popolo inglese, e perché, è ciò che sto approfondendo ultimamente per un altro motivo, ovvero la ricerca dello stage estivo che sarà uno degli ultimi tasselli per laurearmi (presumibilmente a ottobre). Pare che la situazione sia peggiorata nella City, culminando negli scontri degli ultimi giorni. Tuttavia non demordo, e spero che si apra qualche posizione in settori non strettamente finanziari, che invece sono quelli dove la crisi si sta facendo sentire in modo più diretto. Per ora vado di application a raffica, se non va in porto nulla mi rifugerò da un qualche ufficio placement sperando nella grazia divina.

Saluto tutti annunciando che domani mattina il compagno Paolo correrà la Maratona di Rotterdam, per il percorso completo di 42 km! Tra l'altro ho proposto a JECoMM, l'associazione di consulenza da me fondata nel 2007, di sponsorizzare la sua corsa. Ecco la t-shirt con il nostro logo:


mercoledì 25 marzo 2009

Dedicato alla sfiga

La legge di Murphy continua a fare esperimenti sul sottoscritto: se qualcosa può andare male, sicuramente andrà nel peggiore dei modi, con tanto di dedica ad Alfredo. Scrivo questo post di getto, senza troppo ponderare, perché è degno di essere scritto a caldo e senza troppo indugiarci. Si tratta semplicemente di fatti oggettivi troppo freschi. E magari alla fine qualcuno riuscirà anche a trarne una morale.

La settimana in Italia doveva essere una vacanza; in realtà, già un giorno prima della partenza, ero stato avvisato di "un problemino" a una delle auto di famiglia, un'Alfa 145. Giunto nel garage di casa, osservo una notevole ammaccatura di gran parte del muso sinistro. Mia madre aveva assoldato una cooperativa no profit per far sistemare il garage (un po' incasinato, prima), fatto sta che uno di questi lavoratori avrebbe tentato di spostare l'auto senza neanche avere la patente ("m'è scivolato il piede dalla frizione!", avrebbe detto).

Ma non mi do troppo pensiero: di lì a poco avrei rivisto tutti i miei amici più cari e mi sarei divertito e rilassato. Invece scopro che, durante le manovre, anche la mia cara 206 è stata tamponata, fortunatamente in modo meno grave. Però il danno c'è. Ma anche qui cerco di rilassarmi: sono troppo ottimista per penarmi di fronte a tali bazzecole!

Tuttavia, a causa di una serie di problemi non dipendenti dalla mia volontà, mi saltano gran parte dei piani per i pomeriggi del weekend, cosicché resto a casa improduttivo per buona parte della vacanza. A ciò si aggiungono le varie incombenze amministrative, come andare dal notaio e dal commercialista, pagare ua stupida multa presa mentre traslocavo dall'appartamento di Milano Rovereto, e così via. Ero vicino all'ebollizione.

Lunedì sera riesco finalmente a salutare la mia migliore amica per 10 minuti (che è meglio di zero) e subito dopo a pasteggiare a casa del fidato Gianfilippo, che non ero riuscito a incontrare nel break di febbraio. Con questo (e forse ci voleva solo questo...) riparto martedì con il morale un po' migliorato - rischiando anche di perdere il volo grazie ai tempi biblici dei trasporti da Cantù a Malpensa - in attesa di ricominciare i corsi oggi, mercoledì.

Nonostante l'aspettativa di tornare in Olanda e dimenticare la pessima parentesi italiana, devo però rassegnarmi alla negatività del periodo. Stamattina sono uscito con la nuova bici (le cui riparazioni mi sono costate tanto quanto la bici stessa) per fare un po' di spesa da Albert Heijn: il frigo era ovviamente vuoto e sono stato costretto a saltare la colazione. Di ritorno, mentre parcheggio davanti casa col sacchetto della spesa pieno, vengo approcciato da un energumeno in bicicletta in divisa da polizia, che inizia a bofonchiare qualcosa in olandese; alla mia richiesta di spiegarsi in inglese, mi fa presente che dei suoi colleghi "mi hanno richiamato mentre salivo con la bici sul marciapiede" (2 metri, per parcheggiare...), ma io non avrei reagito (come se parlassi olandese). Nel frattempo sopraggiunge un altro agente, altrettanto energumeno.

A nulla valgono i vari "non sono del posto" e "non capisco l'olandese e non ho compreso che qualcuno mi stesse chiamando", la risposta è stata: "Se sei in Olanda devi sapere le regole olandesi e devi prestare attenzione quando ti chiamano, anche se non parli olandese! Questa volta ritieniti fortunato, quando non si risponde a un richiamo degli agenti sono 150 euro di multa, te ne facciamo solo 35 euro!". Probabilmente temendo che potessi usare qualche potere magico e liberarmi dalla situazione, in lontananza vedo sopraggiungere un terzo agente (stavolta una donnina...), ma la stazza dei primi due, unita alla voglia di evitare altri ca**i, mi disincentiva dal rispondere male. Ma giuro che un "vaffanculo" l'ho pensato! =D -.-'

Al che mi rendo conto che tutto il mondo è paese: non solo a Milano si cerca di fare cassa nel modo più spudoratamente facile. Dopo aver pagato 64 euro per una stupida visita medica di 5 minuti (quando ebbi l'intossicazione alimentare), e dopo questa bella avventura mattutina, mi rendo definitivamente conto che non è vero che l'erba del vicino è sempre più verde, se si è italiani.

Ah, il professore ha appena scritto che la prima lezione, programmata per oggi pomeriggio, salta bellamente. A saperlo mi sarei goduto il sole italiano ancora un po'. Poco male, ora ho del materiale per cucinare e un po' di libri da leggere. Passerà. Intanto, voi altri, godetevi uno scorcio del laghetto di Kralingen, con la sua coppia di mulini a vento:

domenica 22 marzo 2009

Apri una parente!

Da mercoledì sono sotto il tiro di una di quelle situazioni che dovrei evitare il più possibile, ma dalle quali non posso fare a meno di sottrarmi. Sto parlando del mio rientro/parentesi in Italia per una settimana (18-24 marzo) che, come già preannunciavo, è stato più duro del previsto. Oggi, complice la cancellazione di un'uscita e di una sonnolenza mica male (provocata da una sfacchinata in mountain bike dopo aver portato un'auto con muso sfasciato dal carrozziere), ho passato il pomeriggio in uno stato comatoso in cui sono riuscito a combinare ben poco - tra cui la compilazione di un'application per un maledetto e pidocchioso stage estivo che non si riesce a trovare.

A ciò si aggiungono le complessità che muovono alcune relazioni interpersonali nella terra natìa, e che ogni volta sono una mazzata, per un uomo che invece avrebbe bisogno di un filo di stabilità per riprendersi la forza che lo contraddistingueva. Le mappe mentali sono la maledizione peggiore per i rapporti umani: sviluppate la mappa mentale perfetta, e ve la ritroverete accartocciata. Non esistono opinioni, ma visioni del mondo divergenti.

Mi sono ripreso poc'anzi con un'esilarante cena a casa del mio migliore amico, al secolo (e al decennio) Mattia, tentando di aiutare sua sorella a trovare un argomento adatto per la tesina, di stampo moda/design: da un'improbabile Storia dell'ago nel pagliaio, passando per autentiche "cappellate" come Dal cappellaio matto al berretto frigio, fino alla sempre attuale Evoluzione del sushi bento: da "Johnny è quasi magia" a oggi. Il delirio è proseguito con una serata a Como in compagnia di Pol (soprannome, dall'etimologia ancora sconosciuta dopo circa 6 anni, con il quale chiamiamo Angelo).

Dopo vino, limoncello e birra ho finalmente accumulato una stanchezza che si possa definire tale. Indi per cui, dopo una rapida sessione di sms della buonanotte (sic!), mi dileguo nel mio letto italiano. Vi lascio con uno scorcio del retro della mia casa a Rotterdam, nella quale tornerò martedì sera.


domenica 8 marzo 2009

Una notte al museo

Una notte al museo era un film uscito al cinema poco più di un anno fa, protagonista il mitico Ben Stiller. Lui, guardiano del museo, vi rimaneva rinchiuso una notte, e tutto ciò che lo circondava - dagli scheletri di dinosauro all'esercito di George Washington - prendeva vita. Qualcosa del genere accadeva lo scorso weekend a Rotterdam, in occasione della nona edizione della Rotterdamse Museumnacht.

La città è un fiore all'occhiello per quanto riguarda architettura e arte contemporanea. In questo momento, se alzo lo sguardo oltre il vetro della finestra, ho davanti a me uno skyline che ricorda più lussuosi appartamenti di Manhattan: le gru illuminate e il pontile del Maritiem Museum, il nuovo ardito Erasmus Bridge, e tre curiosi palazzi illuminati rispettivamente in rosso, giallo e blu (...il colore che vuoi tu).

Lo scorso sabato sera ho dunque raggiunto i miei compagni di classe in un tour alternativo. Cuore della notte è stato per noi il Museumpark, zona nevralgica per gli appassionati d'arte, un grande parco che concentra in poco spazio chicche come il Museum Boijmans Van Beuningen, la Kunsthal Rotterdam, e il Natuurhistorisch Museum. Dotati di un badge che ci dava accesso libero a tutti i musei dalle 20 alle 2 di notte, ci siamo buttati in un'esplorazione a 360 gradi. A un ingresso in un museo o in una galleria si alternava una birra in questo o quell'altro bar di Witte de Withstraat.

Ma a dare un tocco di "professionalità" al tutto erano i mitici Fatboy sparsi per i musei, fatti apposta per stravaccarcisi sopra:


Il resto del weekend è stato dominato dalla "toccata e fuga" a Bruxelles per lo Spring Meeting, viaggio che si sarebbe dovuto consumare venerdì, ma che poi si è prolungato fino a sabato pomeriggio a causa delle pressioni di una cinquantina di persone (Alfredo! Please stay also tomorrow!). Ulteriori news - dal meeting alla vita ciclistica olandese - nel prossimo post.

Intanto deliziatevi con il risotto al curry con frutti tropicali e pane indiano che ho preparato settimana scorsa: